BANCA POPOLARE DI BARI: LA CONSOB SANZIONA PER LE VENDITE DI AZIONI E RAFFORZA LE RAGIONI DEGLI AZIONISTI
Come noto il prezzo di vendita delle azioni della Banca Popolare di Bari è sceso dal massimo storico di 9,53 a 2,38 euro, con una perdita secca di circa il 75% per chi aveva comprato a prezzo pieno. Questa perdita, come noto, ha allarmato la moltitudine dei circa 70.000 azionisti.
Dinanzi a questo peggioramento della situazione, da due anni il Comitato ha già attivato tutti gli strumenti di reazione possibili: azioni dinanzi all’Arbitro delle Controversie Finanziarie ed al Tribunale, che ad oggi hanno visto i risparmiatori ottenere decisioni favorevoli nei confronti delle banche; affiancamento dei risparmiatori in esposti presso Banca d’Italia, Consob e la Procura della Repubblica. In via stragiudiziale, il Comitato ha esercitato un pressing per ottenere dalla BPB un fondo di solidarietà, mutui per azionisti in difficoltà, quotazione su un mercato secondario trasparente.
Oggi è giunta la notizia che la Consob ha formalmente sanzionato la banca ed i suoi vertici per le seguenti ragioni: a) per le modalità di determinazione del prezzo delle azioni durante gli aumenti di capitale varati nel 2014 e nel 2015; b) per omissioni di informazioni nei prospetti informativi di quel periodo; c) perché molti clienti a cui sono state vendute le azioni in quegli anni presentavano un portafoglio inadeguato; d) per carenze procedurali ed errori operativi nella gestione degli ordini di vendita quando vi era ancora il mercato interno.
Tali sanzioni rafforzano giuridicamente le ragioni degli azionisti che intendano agire per recuperare il loro investimento.
A questo punto, riteniamo comunque indispensabile e non più rinviabile un intervento legislativo di tutela degli azionisti della BPB, ma anche ovviamente di tutte le altre banche popolari che abbiano i loro azionisti nelle medesime condizioni. Si propone pertanto pubblicamente un disegno di legge che abbia, in estrema sintesi, i seguenti contenuti: L’art. 12 comma 7 del T.U.B. riconosce espressamente alle banche la facoltà di emettere prestiti non rimborsabili (oppure rimborsabili solo previa autorizzazione della Banca d’Italia). Con questo provvedimento si consentirebbe ai portatori di azioni (illiquide, non quotate e svalutate) di convertirle in obbligazioni irredimibili, ossia non rimborsabili, che garantiscano però agli azionisti che oggi non riescono a vendere le azioni detenute: 1) sia un rendimento piccolo ma certo (non inferiore al 2% annuo) in quanto garantito anche da apposita polizza assicurativa ; 2) sia un titolo che sia appetibile e quindi scambiabile sul mercato, in quanto appetibile per le sue caratteristiche di strumento di risparmio e non certo di investimento a rischio.
Il Comitato proporrà a tutte le forze presenti in Parlamento l’adozione di tale normativa, anche al fine di richiamare alle proprie responsabilità le Istituzioni politiche e tecniche, che sino ad oggi sono rimaste tutte silenti.
Il Comitato con tutte le Associazioni di consumatori componenti ed altre ancora che hanno manifestato la volontà di affiancare il lavoro sin qui svolto, convoca un incontro pubblico, nel corso del quale saranno descritti ai soci tutte le azioni che si stanno svolgendo in sede civile, penale, dinanzi alle Autorità di Vigilanza e da oggi anche in campo legislativo. L’incontro è organizzato insieme alla Camera Arbitrale e della Mediazione di Bari e si svolgerà presso la Camera di Commercio di Bari, Corso Cavour n.2, martedi 30 ottobre alle ore 16.